Dark Light

di Marta Frisoli

Domenica pomeriggio, Roma. Il treno viaggia regolarmente sulla linea A della metro in direzione Battistini; improvvisamente aldilà del finestrino un’inaspettata esplosione di immagini e colori cattura la mia attenzione. La solita buia galleria si veste delle fattezze dei più famosi monumenti della Capitale.

Di che si tratta? La risposta sta nella definizione di In-Tunnel Advertising.

L’In-Tunnel Advertising, brevettato dall’azienda canadese adtrackmedia, è un medium interamente digitale, che permette di sfruttare i tunnel delle metropolitane a scopo pubblicitario, proiettando video in alta definizione grazie ad un sistema sequenziale di LED. La nuova frontiera della comunicazione pubblicitaria out-of-home grazie a Tunnel Motion debutta quest’autunno in Italia e sceglie come suo palcoscenico gli oltre 140 metri che collegano le stazioni Barberini e Repubblica di Roma.

Questa particolare forma di advertising, già consolidata all’estero, rappresenta un’assoluta novità nel panorama italiano, ma nel prossimo futuro è plausibile aspettarsi una massiccia diffusione del nuovo touchpoint all’interno del Paese.

Quali quindi sono i suoi limiti e punti di forza?

Iniziamo osservando come i tunnel delle metropolitane siano a oggi uno dei pochissimi spazi che non ha ancora trovato pieno sviluppo nel mondo dell’outdoor advertising, il che li rende terreno fertile per tutte quelle aziende che desiderano comunicare in un ambiente poco presidiato da realtà concorrenti e godere agli occhi del consumatore di un posizionamento unico e all’avanguardia.

L’In-Tunnel Advertising regala al passeggero un’esperienza immersiva a cui sarà difficile sottrarsi; grazie anche alla sua capacità di affascinare e riempire quei minuti trascorsi passivamente dentro un convoglio, spesso vissuti come momenti di noia. Tempi morti a cui un’attività di comunicazione ben fatta può restituire senso.

D’altronde, l’efficacia di contenuti visuali d’impatto come quelli proposti è scientificamente dimostrata: il 90% delle informazioni che il nostro cervello recepisce sono visive e ciò fa sì che questo tipo di messaggi siano più facilmente memorizzabili. Tuttavia, è bene sottolineare che è lo stimolo audiovisivo a essere percepito come più coinvolgente dall’individuo ed è proprio qui che identifichiamo il primo punto di debolezza del nuovo medium digitale: la mancanza di effetti sonori permette all’In-Tunnel Advertising di giocare unicamente su un immaginario visivo, che però non avvolge gli altri sensi.

Inoltre, sebbene l’uso generalmente quotidiano del trasporto pubblico porti a una reiterata e spontanea esposizione al messaggio pubblicitario, necessaria al fine di rafforzarlo, va sottolineato come in un ambiente dalla popolazione quanto mai eterogenea, come quello di una stazione metropolitana, non sia possibile per le imprese indirizzare il proprio contenuto a un target specifico e ben segmentato.

In conclusione, è evidente come lo sbarco di questa nuova tecnologia in Italia apra alle aziende moltissime opportunità innovative nel campo della comunicazione, se utilizzata con creatività e nella piena consapevolezza dei suoi limiti. Quel che è certo è che d’ora in poi ci farà compagnia nei nostri spostamenti giornalieri e possiamo iniziare sin da oggi a immaginare le sue possibili ed emozionanti evoluzioni future, che potranno interessare campi quali l’arte e la sensibilizzazione sociale.

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