Dark Light

Lo scorso maggio, Aneeshwar Kunchala, otto anni, ha partecipato a un pranzo a Downing Street portando un messaggio speciale per il primo ministro Rishi Sunak e altri leader mondiali: coinvolgere di più i bambini rispetto alla definizione delle politiche ambientali. Qualche mese prima, un gruppo di ragazzi tra i 5 e i 16 anni ha lanciato un guanto di sfida contro il governo austriaco per la politica climatica inadeguata; dall’altra parte del mondo, l’attivista colombiano Francisco Vera, 13 anni, ha fondato nel 2021 il movimento Guardians For Life, per promuovere la consapevolezza e un azione ambientale tangibile in America Latina.

Non stupisce che la Alpha sia una generazione attenta al tema, se pensiamo che questi bambini, che oggi hanno tra gli 0 e i 14 anni, dovranno affrontare la parte peggiore del cambiamento climatico. Una ricerca di Save the Children indica come i bambini nati nel 2020 vivranno sette volte più ondate di caldo, quasi tre volte più inondazioni fluviali e il doppio degli incendi rispetto ai nati sessanta anni prima. Dunque, una prospettiva di un futuro caratterizzato da disastri causati dal clima, dall’estinzione degli animali e dall’insicurezza alimentare sta mettendo a dura prova la salute mentale dei giovanissimi.

Al contempo, alcuni ricercatori canadesi e danesi, in un commento del 2020 per The Lancet Planetary Health, hanno riconosciuto che le emozioni sono spesso ciò che porta le persone ad agire. È così possibile che “i sentimenti di ansia e frustrazione, sebbene scomodi, siano in realtà il crogiolo attraverso il quale l’umanità deve passare per sfruttare l’energia e la convinzione necessarie per salvare vite umane.

In questo discorso, come sempre quando si analizzano i dati, va tenuto poi in considerazione il contesto culturale e sociale: la natura dell’ansia climatica è diversa per la Generazione Alpha a seconda delle aree. I bambini che vivono in paesi che devono ancora sperimentare in prima persona gli impatti tangibili del cambiamento climatico potrebbero avere preoccupazioni più radicate guardando verso il futuro. Al contrario, i bambini che vivono in condizioni di danno ambientale già esistente, le ripercussioni sulla salute mentale sono meno associate al futuro e più al presente, dunque alle realtà vissute di perdita e povertà.

Il filosofo ambientale Glenn Albrecht ha coniato il termine “sostalgia“. Il nome deriva dall’unione di “solace” e “nostalgia”, quindi nostalgia del conforto. Arriva dalla pratica clinica e psicologica e indica il senso di malessere che ci invade quando l’ambiente che ci circonda è stato violato, distrutto, abbandonato. (Repubblica, 12 dicembre 2015, p. 52, RClub). Tale angoscia si manifesta in aree del mondo dove i bambini sono sempre più testimoni degli effetti delle inondazioni, degli incendi e della siccità, anche attraverso i social media e le fonti di informazione più tradizionali.

La COP27, che si è svolta nel novembre 2022, è stata la prima conferenza delle Nazioni Unite sul clima a riconoscere ufficialmente i giovani come portatori di interessi nei negoziati sul clima; d’altronde, nove su dieci dei nati tra il 2010 e il 2015 credono che le azioni personali possano avere un impatto ambientale positivo. Riconoscendo il valore delle idee e delle azioni degli Alpha sulla questione, Conservation International ha lanciato già nel 2021 la campagna “Doing Nothing is Crazier“, dove tre bambini discutevano di soluzioni creative all’inquinamento dei nostri oceani.

I genitori – soprattutto Millennial – sono altrettanto desiderosi di fornire ai figli le conoscenze di cui hanno bisogno per affrontare la crisi climatica, benché consapevoli di quanto possa essere difficile raccontare ai bambini la realtà senza spaventarli. C’è una gran richiesta di risorse che aiutino i genitori ad accedere a informazioni chiare sul clima. Negli Stati Uniti, Science Moms è un progetto imparziale che mira a demistificare la scienza dietro il cambiamento climatico, a provocare discussioni trasparenti sul suo potenziale impatto per la prossima generazione e a fornire ai genitori – soprattutto alle madri, va detto – le informazioni di cui hanno bisogno per educare la propria famiglia.

Anche i brand cercano di fare la propria parte. Due casi dall’estero: McCain ha lanciato su Roblox un’esperienza virtuale per educare i più giovani sui vantaggi dell’agricoltura rigenerativa; Cartoon Network, invece, con l’iniziativa Climate Champions prova a coinvolge i bambini in sfide quotidiane per apportare cambiamenti positivi a casa, a scuola e all’interno dei gruppi frequentati. Il tema dell’inquinamento da plastica e del benessere degli animali sono le principali preoccupazioni per gli Alpha.

Alcune aziende del settore dei giocattoli, notoriamente ad alto contenuto di plastica, stanno introducendo iniziative per ridurre la loro dipendenza da questo materiale, come Mattel con il programma di ritiro dei vecchi giocattoli e Lego con i mattoncini realizzati con bottiglie di plastica riciclata.